MARCELLINO, IL FARO BIRICHINO!
Il mare oggi è particolarmente tranquillo. Sulla lunga spiaggia stormi di gabbiani solcano l’aria; sembrano piume che il vento solleva in una danza sempre nuova.
Alla parte estrema del paese, l’imponente faro Marcellino osserva con il suo grande occhio tutto ciò che accade. Che dolce questa pace! Ma purtroppo non è sempre così: basta che il vento soffi solo un po’ più forte, o che un grande temporale si abbatta sul mare; e tutto cambia molto in fretta.
Da un po’ di tempo però Marcellino è molto triste. Guarda oltre la spiaggia, al di là degli scogli; e la luce del suo grande occhio sembra illuminare anche i ricordi: «Una volta ero un grande! Mi innalzavo alto e fiero, come un dio greco in tutta la mia mole. Il mio occhio scrutava molto lontano. Il mare era maestoso, il cielo immenso e il sole accendeva il mondo. Ogni nave che passava di qui, chiunque fosse il suo capitano, prima di transitare doveva ubbidire ai miei ordini e senza la mia luce si sarebbero persi tutti. Mi facevano anche una bellissima festa tutti gli anni, proprio in questo giorno di mezza estate… Eh, quanti ricordi povero vecchio mio!»; sospira Marcellino ripensando alla sua giovinezza.
Ora ovunque si guarda intorno, lo spettacolo è quello di un posto abbandonato: sacchetti, carte, bottiglie dappertutto. Chi si ritrova per caso a passare di qua, con la scusa di una foto ricordo o di una sosta per la merenda, ecco che traccia sul faro a grandi lettere scritte di ogni genere; senza rendersi conto del grande dolore per Marcellino. Lui si sente vivo, importante, perché sa di aver fatto per tanti anni un lavoro indispensabile: senza di lui con la sua luce nel porto non si poteva neppure entrare! Adesso proprio non riesce a farsene una ragione. Non crede possibile che la gente arrivi, scarichi, scatti una foto; e poi via per mare senza neppure accorgersi di lui che nonostante tutto si sforza ancora ogni notte di illuminare ogni cosa.
Sull’onda di questi pensieri ecco arrivare Milena la balena, grande amica di vecchia data: «Marcellino cosa ti sta succedendo? Vedo il tuo occhio triste. Lo conosco quell’occhio, non mi inganna; è triste, anzi: molto triste!».
«Milena, ma ti sei guardata attorno? Tutto sembra un campo di spazzatura, per non parlare poi del mio busto: in confronto il dizionario è una lista della spesa!».
«Caro amico mio, ormai i tempi sono cambiati! Dobbiamo adattarci e far di tutto per sopravvivere meglio che possiamo».
«Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non posso credere che proprio tu ti stia arrendendo così, come se niente fosse»; conclude Marcellino un po’ irritato.
«Hai forse qualche brillante idea da suggerire per far ritornare le cose come stavano un tempo?», rincalza ironica Milena. «Pensa che io mi sto rovinando lo stomaco a causa di quello che trovo nel mare: devo fare attenzione ogni volta che apro la bocca per mangiare, perché entra di tutto e non ti descrivo cos’è quel tutto!».
«Forse, cara Milena, è arrivato il momento di fare qualche cosa. Chiamiamo il Signor Mare che ci aiuti, e il vento Sciroppino che ci riscaldi nei momenti bui»; «Cosa ti frulla per la testa, birichino di un Marcellino?!», chiede incuriosita l’amica.
«Abbi fiducia, è ora e tempo che si rendano conto che noi ci siamo sempre, e che soprattutto vogliamo essere rispettati».
Alle parole finali del grande faro, preoccupata e non poco, Milena gira la coda e sparisce nel mare. Intanto Marcellino chiama in aiuto il Signor Mare e il vento Sciroppino; si schiarisce la voce e prende parola con coraggio: «Se vi ho fatti venire fin qui è per una giusta causa. Guardatevi in giro e capirete subito perché vi ho chiamati!».
Il Signor Mare si volta di qua e di là per vedere meglio, tossisce ripetutamente, e infine si pronuncia cercando a fatica di essere spumeggiante: «Sono pienamente d’accordo con te Marcellino. Noi piano piano stiamo morendo. Hai sentito come è cambiata la mia voce? Faccio fatica a muovermi perché trovo sempre qualcosa davanti al naso che mi intralcia!».
Marcellino confida in gran segreto il suo piano agli amici e li saluta raccomandando loro di non spaventarsi; ma piuttosto di stare bene all’erta per quando arriverà il bel momento d’intervenire.
Questa è la sera del gran giorno. Marcellino è tutto agitato, sta finalmente per mettere in atto il suo piano! Dà un’ultima occhiata agli amici: il Signor Mare e il vento Sciroppino; e insieme attendono, come spesso accade a quest’ora, le barche e alcune navi che si dirigono verso il porto per far rientro a casa.
Proprio questa sera però, c’è qualcosa di molto strano: nessuno riesce a capire dove deve andare, nessuno vede niente. La grande luce, che di solito dà loro un’indicazione importantissima, è sparita completamente.
Tutti gridano nella speranza che qualcuno riesca a spiegare cosa stia succedendo; il mare inizia ad agitarsi, sollevato da un vento caldo, le barche girano vorticose su loro stesse senza trovare la via di casa. Ecco allora che tutti si rendono conto che il faro non illumina più e non sanno proprio cosa fare.
Accompagnati a riva da Sciroppino, le piccole barche e le navi riescono infine a conquistare il porto. Da ognuna di esse scendono gli equipaggi: i marinai, i capitani, i passeggeri, i pescatori; tutti si guardano intorno sgomenti e solo adesso capiscono la grande importanza della luce di Marcellino e di tutto il male fatto al mare, alla spiaggia, agli alberi.
Armati di scope, secchi, palette, spugne e ramazze, aiutati dagli abitanti del paese, fanno ritornare brillante come un tempo quel fantastico posto.
Dall’alto, orgoglioso e imponente, Marcellino osserva ogni cosa. Il piano ha funzionato: il suo rifiuto ad accendersi ha creato lo scompiglio desiderato. Gli abitanti del paese e tutta la gente del mare fanno una grande festa proprio come un tempo, cancellano perfino tutte le scritte dell’amico Marcellino e lo vestono di fiori fino in cima.
Milena la balena lo trova buffissimo così agghindato e sulle onde calde fluttuanti del Signor Mare, accompagnata da Sciroppino, gli strizza l’occhiolino con un colpo di coda. Il vecchio faro la scorge immergersi dentro quell’acqua limpida; mentre l’onda arriva forte e chiara come a ringraziare della ritrovata vitalità.
Ora Marcellino è finalmente felice e il suo occhio guardingo non smette mai di dare luce ai passanti per mare e per terra che spesso si fermano ai suoi piedi per danzare e ridere insieme.
Se vi capita di passare di là, lo potete vedere: non è difficile da trovare, bisogna solo saper ascoltare il dolce rumore del Signor Mare e farsi coccolare dal caldo vento Sciroppino; e Marcellino certamente a tutti farà l’occhiolino.
idea e stesura originale di Marisa Chiarani
rielaborazione a cura di Claudio Quinzani
illustrazione di Ste Tirasso
Torna indietro