IL PAESE PIÙ FELICE DEL MONDO
C’era una volta, in un folto bosco, il Regno di Bitibòmi. Questo Regno era governato da Bitibò: un piccolo nano con un vestito rosso, una lunghissima barba grigia e una minuscola corona in testa. Il popolo di Bitibòmi amava molto il suo re, perché era giusto e saggio.
La gente di Bitibòmi era molto felice e la loro vita era semplice; infatti i maschi facevano i boscaioli, le signore: le casalinghe e i bambini andavano a scuola dalla regina.
Si avvicinava il giorno più festoso del paese e alcuni bambini andarono nel bosco a raccogliere mirtilli, fragole, lamponi; per poi mangiarli insieme a tutti gli abitanti di Bitibòmi.
Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato con una splendida giornata. A mezzogiorno ci fu il grande pranzo su di un lunghissimo e minuscolo tavolo; a capotavola il re e la regina e ai lati tutti i nani e le nane del paese.
Dopo il magnifico pranzo, il re e la sua gente avevano organizzato per i più piccini dei giochi molto divertenti e in premio c’era un mirtillo che per loro era come ricevere una coppa d’oro zecchino.
Purtroppo i bei giorni passano sempre via veloci; infatti anche questo giorno felice se lo portò via il vento e arrivò la notte. Tutta la gente tornò a casa propria e i bambini andarono a letto, pregando Dio di proteggere tutti e soprattutto il loro re; perché un giorno gli era stata data una maledizione dalla strega Giurolia.
«Il giorno dopo un giorno festoso, diventerai ancora più piccolo; la tua gente non riuscirà più a vederti e ti calpesterà come si schiaccia una formica!»; aveva sentenziato la strega, scomparendo in una fragorosa risata.
Un bambino di nome Lucìn quella notte pensò che il suo re sarebbe diventato piccolissimo il giorno seguente; così decise di andare al castello della strega Giurolia che abitava non molto distante dal villaggio.
Il ragazzino si intrufolò nel castello e con facilità trovò la pozione per il suo re; ma in quel momento arrivò la strega che scagliò la pozione attira topi addosso al ragazzo. Lucìn riuscì a evitarla quasi del tutto e fuggì per un pelo da quel posto orribile; ma nel cortile c’erano degli enormi elefanti che la strega aveva domato per fermare gli intrusi.
Lucìn tirò fuori un piccolo topo che gli era rimasto appiccicato addosso e lo gettò sotto le enormi zampe degli elefanti che subito scapparono via per la paura.
Lucìn tornò di corsa al villaggio scampando da ogni pericolo. Arrivato al castello del suo re; entrò in cucina, mise la pozione nella colazione del sovrano e poi tornò a casa.
Il re bevve e mangiò la sua colazione; mentre Lucìn raccontava tutta l’avventura a suo padre che siccome era molto amico del re, andò a raccontarla proprio al sovrano in persona; che saputo tutto questo, fece una grande festa in onore del ragazzo.
Una festa che durò un giorno, due giorni, tre giorni… bè, continua anche ai giorni nostri; per questo il paese è il più felice del mondo.
Fiaba di Daniela Bertoni
contenuta nel programma radiofonico Mogio Beluga racconta di Claudio Quinzani, andato in onda presso un’emittente trentina nel biennio 1995 – 1996.
illustrazione di Fabrizio Berti
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